La psicologia dinamica Buddhista


La proliferazione delle emozioni nocive (Estratto dal Madhupindika sutta).

«Cakkhuñca, paṭicca rūpe ca uppajjati cakkhuviññāṇaṃ, tiṇṇaṃ saṅgati phasso, phassapaccayā vedanā, yaṃ vedeti taṃ sañjānāti, yaṃ sañjānāti taṃ vitakketi[1], yaṃ vitakketi taṃ papañceti, yaṃ papañceti tatonidānaṃ purisaṃ papañ­ca­saññā­saṅ­khā[2] samudācaranti atī­tā­nāga­ta­pac­cup­pan­nesu cak­khu­viññeyyesu rūpesu[3]».

«Sulla base dell’interazione fra la vista ed un oggetto visivo sorge la cognizione visiva; la concomitanza dei tre determina il contatto; il contatto determina la sensazione; ciò che viene sentito viene altresì riconosciuto, e su ciò che viene riconosciuto si rimugina mentalmente; ciò che viene rimuginato da adito alla proliferazione mentale, e per via di ciò, l’individuo viene travolto dalla proliferazione delle immagini mentali [nate] dalla percezione di oggetti visivi relativi al passato, al futuro o al presente».

Note:
1) Vitakka: riflessione, pensiero, pensare.
2) Papañcasaññāsankhā: Papañca: proliferazione, complessità del pensiero, verbosità. Il commentario lo spiega semplicemente come sinonimo del desiderio, della concezione e dei punti di vista ma ha la peculiarità di sottolineare l’aspetto caotico, complesso del pensiero “La mente tende a vagabondare, in solitudine, attraverso il medium del pensiero. Quando il pensiero si distacca e rompe gli argini crea uno stato mentale illusorio che è papañca”. Saññā: percezione, “percepire significa afferrare un segno di permanenza in qualcosa. La percezione ha la caratteristica di afferrare un simbolo. È con l’aiuto dei simboli che si riconosce qualcosa.” Bhikkhu Ñānananda, Nibbāna The Mind Stilled cap. 12. Sankhā: letteralmente significa “numero”, “calcolo” anche denominazione, definizione, parola, nome. Ad esempio nel Niruttipatha Sutta SN 22.62 il Buddha afferma: “Qualunque forma sia passata, finita e trasformata è concettualizzata, etichettata come “era così””. Perciò Papañcasaññāsankhā indica i concetti, la descrizione che facciamo delle nostre esperienza nata dal fantasticare, dal rimuginare sulle percezioni.
3) Quali sono questi concetti? Ad esempio “io sono”, “io ero”, “io sarò”ecc… “La percezione della permanenza, caratteristica dei concetti, ci richiama lontano dalla realtà in un mondo di fantasia, con il risultato che si è sopraffatti e ossessionati da esso.” Bhikkhu Ñānananda “Nibbāna the Mind Stilled cap.12.
Per le note esplicative: credit :discorsidelbuddha.wordpress.com

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